Monday, January 7, 2008

La storia infinita

Che tristezza leggere su tutte le prima pagine dei giornali che napoli e dintorni siano ormai diventati un cumulo unico di “munnezza”...

Qualche settimana fa ho visto in tv un reportage su un’altra penosa emergenza, quella del colera in campania nel 1973. Ero ragazzo, eppure allora mi sembrava già di vivere in un incubo... un incubo in cui quello che ritenevo essere un mondo civile veniva proiettato con forza nel fondo di un pozzo, assimilato alle zone del terzo mondo che conoscevo solo dai documentari.

Il ricordo di questo reportage accresce l’amarezza per quello che vedo accadere oggi.

La sensazione è di un passato che non riusciamo a superare. Quel che è peggio è che faccio fatica anche a capire con chi schierarmi. Qualcuno dice che è colpa di Bassolino, qualcun’altro che è tutta colpa della camorra ed altri, di contro, che sono gli ecologisti–talebani i veri protagonisti di questa situazione, accomunati, in una santa alleanza, ad una brigata di vescovi in cerca di consensi.

Mi viene da dar ragione a tutti.

Però quello che non sento dire è che in Campania le amministrazioni locali sono più che altrove il luogo in cui si concentrano le peggiori risorse del territorio. E’ sempre un male generalizzare e certamente esistono tantissime brave persone in tanti comuni, però dalla mia limitata visuale osservo che la res pubblica locale, in un paio di realtà a me vicine, è solo il misero teatro di spartizione di risorse che dovrebbero essere di tutti.

E non parlo solo di politici, perché allo stesso banchetto siedono dirigenti, funzionari e tecnici. I nomi sono spesso conosciuti a tutti, i loro interessi ed i loro patrimoni crescenti pure, ma come nel gioco dei quattro cantoni sono sempre li, sempre gli stessi, oggi a comandare forse meno ma domani certamente di più. Persone spesso di bassa qualità ma abili e capaci nel difendere i propri interessi, e soprattutto senza scrupoli.

Non è camorra perché non spara, non mette bombe, ma tiene in scacco un’intera economia, decide come e dove costruire, in cosa investire ma soprattutto “chi”. Chiedete ad una persona che vuole fare l’imprenditore qual’è il prezzo che deve pagare se è fuori da questo mazzo di carte...

Però, almeno i politici, non ci vanno da soli nella stanza dei bottoni, ce li mandiamo noi... e per uno che come crede nella democrazia è un colpo duro... come fare a cambiare una realtà che proprio i cittadini potrebbero cambiare ma non lo fanno?

E’ stato scritto che si dovrebbero prendere degli amministratori da altre parti d’Italia e mandarli giù... forse cambierebbero le cose ma che soluzione è quella che deve ricorrere all’ “uomo della provvidenza”?

Non mi piace... ma non so che fare...

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