Da tanto non scrivevo... ma oggi non posso farne a meno.
Sono appena sceso dalla metropolitana milanese, linea verde Ore 12. una ragazza rom, decorosamente vestita, canta con buona voce una pessima (per me!) canzone della Pausini, con l’ausilio di un altoparlante e della base musicale.
Dopo poco un ragazzo (fine liceo, inizi università), abiti firmati da capo a piedi, l’apostrofa in malo modo, intimandole di smettere di perché da fastidio. Lei, con discrezione, non risponde alla provocazione, ringrazia ed interrompe la musica, ma due ragazze sudamericane davanti a me la rincuorano e le dicono che è brava ad alta voce applaudendola. Qualcuno (pochi) si aggiunge all’applauso e le ragazze rimproverano il bamboccione per essersi comportato male, impedendo alla ragazza di finire il suo lavoro.
Il bamboccione, il cui coraggio si estingue immediatamente quando finisce la sua presunta consapevolezza di superiorità nei confronti di una sola ragazza, esile e minuta, borbotta scuse insulse e arrossisce come un peperone.
Un signore, ben distinto, alza la voce dal fondo, obiettando che questo non è lavoro, perché non paga le tasse. Mi chiedo se lo stesso signore si è mai indignato, alla stessa maniera, per l’arrivo al governo di persone che professano l’evasione delle tasse e ne usufruiscono per ben altri importi.
Da quel momento le ragazze abbandonano quel minimo di precauzione che avevano avuto fino ad allora e chiamano la cosa con il proprio nome: “razzismo”. Il bamboccione obietta che lui sentiva era solo infastidito dalla musica e che non è razzista, ma le ragazze lo incalzano e dicono che queste sceneggiate le fanno solo gli italiani, il signore per un paio di volte ancora parla delle tasse, ma il tono della sua voce scende in maniera esponenziale, fino ad arrivare al silenzio.
Neppure il coraggio di essere coerenti
Brava: alla ragazze che con coraggio hanno mostrato solidarietà ad una persona in difficoltà
Brave: alle persone che hanno applaudito
Brava: alla ragazza rom che non ha dato peso alla provocazione ed ha risposto con gentilezza
Pessimo: al ragazzo, anche se forse anche lui è vittima di tanti che fanno propaganda per arrivare ad una poltrona da onorevole
Pessimo: al signore... probabilmente legge il Giornale e non ha neanche la giustificazione dell’età
Insufficiente: a quelli che non hanno mostrato neppure un po’ di sdegno
Insufficiente: a me, perché, pur dimostrando solidarietà alla ragazza, andandole a portare una moneta e guardando fisso negli occhi il ragazzino, non ho avuto la prontezza di far sentire la mia voce. Non amo discutere di cose generate solo da ignoranza, ma talvolta la voce occorre alzarla.
Potessi tornerei indietro.
Non si fa violenza solo picchiando qualcuno che è diverso da noi, ma anche con gesti quotidiani, ispirati dalla noia o dall’infantile voglia di “essere”, mentre “essere” una persona è ben altra cosa.
Povera Italia, poveri noi, come siamo caduti in basso.
Wednesday, October 22, 2008
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